Proprio in questi istanti, alle Olimpiadi di Parigi 2024, la pugile italiana Angela Carini sta affrontando l’algerina Imane Khelif negli ottavi di finale della categoria pesi welter femminili. Nella giornata di ieri, però, Imane Khelif, 25 anni, nata a Tiaret e già vincitrice di una medaglia d’argento ai Mondiali del 2022, è stata al centro di un’assurda polemica che ha riguardato soprattutto l’Italia, e nello specifico alcuni esponenti della maggioranza di governo e alcuni giornali con posizioni vicine a quelle del centrodestra.
Prima i fatti: come ha ricostruito Il Post, martedì il Comitato olimpico internazionale ha ammesso alle competizioni di boxe due pugili, prorio l’algerina Imane Khelif e la taiwanese Lin Yu-ting, che erano state escluse dai Mondiali poco più di un anno fa perché i risultati dei loro esami medici non rispettavano i criteri per l’accesso alle categorie femminili dell’International Boxing Association (Iba), l’associazione di riferimento del pugilato professionistico. Questo non fa automaticamente di Khelif e di Yu-ting due donne trans, perché non hanno mai parlato pubblicamente della loro identità di genere e nessun esame lo ha mai confermato. Secondo i media algerini (l’Algeria tra l’altro è un Paese in cui anche solo avere rapporti omosessuali è un reato), piuttosto, Khelif soffrirebbe di iperandrogenismo, una malattia che provoca livelli di testosterone più alti del normale, ma dopo essersi sottoposta a cure specifiche i suoi valori sono tornati alla normalità e per questo è stata recentemente autorizzata dal Cio a partecipare alle Olimpiadi di Parigi 2024.
Nei giorni scorsi, però, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, nonché segretario della Lega, aveva scritto sul suo profilo X: «Pugile trans dell’Algeria — bandito dai mondiali di boxe — può partecipare alle Olimpiadi e affronterà la nostra Angela Carini. Un’atleta messicana che l’aveva affrontata ha dichiarato “i suoi colpi mi hanno fatto molto male, non credo di essermi mai sentita così nei miei 13 anni da pugile, nemmeno combattendo contro sparring partner uomini”. Uno schiaffo all’etica dello sport e alla credibilità delle Olimpiadi. Basta con le follie dell’ideologia “woke”!». Parole simili le aveva usate sempre su X Ignazio La Russa, presidente del Senato, la seconda carica dello Stato, e fondatore di Fratelli d’Italia: «Boxe: un transgender algerino contro una donna italiana ai Giochi olimpici… È politicamente scorretto dire che tifo per la donna?». E ancora la ministra per la Famiglia e Pari Opportunità Eugenia Roccella, anche lei in FdI: «La presenza di persone transgender nelle gare sportive implica la necessità di individuare e garantire requisiti di ammissione rigorosi, certi e univoci, per una gara che sia onesta e bilanciata. A maggior ragione quando si tratti di sport che implicano un corpo a corpo fra atleti, un confronto fisico diretto che potrebbe mettere in pericolo e danneggiare la persona con la struttura fisica meno potente». Ieri La Verità aveva titolato: «Nelle Olimpiadi gender un algerino prenderà a pugni una donna italiana».
Adesso che il surreale caso sembra definitivamente rientrato, il calciatore del Milan e della Nazionale algerina Ismaël Bennacer ha inviato un messaggio di «pieno sostegno alla nostra campionessa Imane Khelif, che sta subendo un’ondata di odio ingiustificato. La sua presenza ai Giochi olimpici è semplicemente il risultato del suo talento e del suo duro lavoro».