Antonio Pintus, per chi non lo conoscesse, è probabilmente il miglior preparatore atletico del mondo. Ha 61 anni, è nato a Torino e nella sua carriera ha contribuito a far vincere alle squadre in cui ha lavorato cinque Champions League: una alla Juventus, nel 1995/96, e quattro al Real Madrid, prima con Zinédine Zidane in panchina e poi con Carlo Ancelotti. Adesso, però, nelle sue mire non sembra esserci più soltanto il calcio, ma qualcosa di più grande, un piccolo passo per l’uomo ma un grande passo per l’umanità: aiutare la Nasa con il programma lunare Artemis, che prevede di riportare gli esseri umani sulla Luna per la prima volta dal 1972.
La storia, bellissima, l’ha raccontata martedì mattina The Athletic. Pintus, che è tornato al Real Madrid nella stagione 2021/22 dopo aver vinto lo scudetto con l’Inter di Antonio Conte, è stato da poco nominato direttore delle prestazioni del club e capo preparatore atletico dei Blancos, e l’estate scorsa, durante la tournée precampionato degli spagnoli che si è svolta proprio negli Usa, ha incontrato Carlos Garcia-Galan, un ingegnere spagnolo che lavora proprio per la Nasa. Dopo una chiacchierata «di dieci minuti», qualche mese più tardi Pintus ha visitato il Johnson Space Center di Houston, in Texas, dove ha trascorso una settimana girando per i laboratori e il centro di addestramento dell’agenzia spaziale statunitense, osservando in prima persona la preparazione degli astronauti e guidando addirittura un simulatore del veicolo che verrà utilizzato nella missione Orion, che fa parte del programma Artemis.
Nella pratica, secondo la testata anglosassone, la visita di Pintus ha portato il team di ingegneri della Nasa a considerare se sia possibile sviluppare macchine o esercizi specifici da incorporare nelle routine d’allenamento degli astronauti nello spazio, poiché lo spazio a loro disposizione, nell’astronave, è parecchio limitato. Non solo: come ha rivelato Garcia-Galan, Pintus a Houston «è diventato molto, molto popolare, ha una certa presenza. I nostri scienziati, fisiologi dell’esercizio, astronauti, medici, allenatori e ingegneri pendevano da ogni parola che aveva da dire con noi. È stato in grado di sfidare la nostra gente e il nostro modo di pensare. Ci ha fatto pensare a modi diversi di guardare le cose».
Non è la prima volta, comunque, che la Nasa collabora con una società sportiva per migliorare i metodi delle proprie missioni: negli anni, l’agenzia ha lavorato informalmente con gli Houston Texans nella Nfl (football americano), gli Houston Astros della Mlb (baseball), gli Houston Rockets della Nba (basket) e gli Houston Dynamo della Mls (calcio), nonché con varie università e squadre collegiali di tutto il Paese.