Francia
A inizio maggio, attraverso il proprio sito web, L’Équipe ha dato agli utenti la possibilità di selezionare i 26 calciatori francesi che andranno a Euro 2024. All’inizio c’erano circa 85 giocatori potenzialmente convocati. A un certo punto chiunque avrà pensato che poter attingere da un simile bacino è una fortuna ma anche un peso, soprattutto nel momento in cui non solo si deve vincere ma bisogna farlo esprimendo tutto il potenziale a disposizione. Da quando Deschamps è diventato ct nel 2012 la Francia ha vinto un Mondiale e una Nations League, ha sfiorato un clamoroso back to back in Qatar e soltanto una rete di Éder ai supplementari le ha impedito di vincere anche l’Europeo giocato in casa nel 2016. Eppure, a ogni grande manifestazione, è presente quella sensazione di “minimo indispensabile” con cui viene raccontata una squadra che, dopo il trionfo nel 2018, è sembrata quasi accontentarsi di una superiorità rimasta a lungo solo teorica. Anche la Francia che arriva in Germania da grande favorita dopo aver dominato il girone di qualificazione – sette vittorie in otto partite – non sembra poter diventare la macchina da guerra che dovrebbe essere. Il motivo? La ricerca ossessiva dell’equilibrio da parte di Deschamps, un dettaglio che ha spesso portato il ct ad agire per sottrazione, affidandosi alle giocate dei singoli invece di trovare il modo di mettere tutto quel talento individuale al servizio del collettivo. Questa volta, poi, ci sono due grandi problemi da risolvere. Il primo riguarda Giroud, che è un intoccabile ma viene da una stagione in cui si è avvertito tutto il peso dei suoi 37 anni, soprattutto in quel lavoro di sponda spalle alla porta che lo ha reso il partner ideale di Mbappé. Il secondo riguarda l’infortunio di Lucas Hernández, forse l’unico punto fermo di una linea difensiva completamente da reinventare al termine di un’annata in cui Upamecano, Theo e Koundé non hanno mai convinto fino in fondo. In entrambi i casi, però, la soluzione è a portata di rosa: Pavard e Saliba sono le certezze vecchie e nuove che Deschamps ha (ri) trovato quando ne aveva più bisogno; in attacco la sensazione è che tutto sia nei piedi di Griezmann, mai così centrale e decisivo come da quando è tornato a Madrid.
Austria
L’infortunio al ginocchio rimediato a metà dicembre priverà l’Austria di David Alaba. Per questo la leadership tecnica della squadra di Ralf Rangnick ricadrà su Marcel Sabitzer, che al Borussia Dortmund ha ritrovato la continuità di rendimento che aveva fatto di lui uno dei centrocampisti più richiesti d’Europa: «Abbiamo l’ambizione di fare bene agli Europei, e per farlo dovremo passare il girone più difficile. Contro Francia o Paesi Bassi non dovremo fare nulla di diverso di quanto già fatto», ha dichiarato il ct. Che, al netto di un sorteggio davvero sfortunato, avrebbe tutto ciò che serve per migliorare il risultato (ottavi di finale) raggiunto dall’Austria nel 2021.
Olanda
I Paesi Bassi che hanno conquistato la qualificazione a Euro 2024 soltanto alla penultima partita del girone (1-0 contro l’Irlanda ad Amsterdam, rete di Wout Weghorst) è una squadra che sembra viaggiare in direzione contraria rispetto alla sua stessa tradizione. Ronald Koeman, tornato al comando dopo l’ennesima parentesi-Van Gaal, ha modellato un solido 3-4-2-1 in cui Virgil van Dijk è il leader emotivo e Xavi Simons quello tecnico, anche in virtù del’assenza di Frenkie de Jong: anche per questo non è da escludere, almeno all’inizio, una cerniera di centrocampo più muscolare. Al di là del consueto dilemma legato ai portieri (il titolare dovrebbe essere Bart Verbruggen del Brighton) i principali dubbi di Koeman riguardano il reparto esterni: Dumfries, Frimpong, Hartman e Van de Ven si contenderanno i due posti da titolare. In avanti le gerarchie sono più definite: Weghorst titolare e Depay primo cambio, mentre Gakpo e Malen si giocheranno il posto di secondo trequartista accanto a Simons.
Polonia
È servito l’ennesimo rigore parato (a Daniel James) in carriera da Wojciech Szczesny, perché la Polonia potesse qualificarsi a Euro 2024, peraltro al termine di un’agonica gara di spareggio contro il Galles. Il portiere della Juventus guida la pattuglia della Seria A passata e presente – Kiwior, Zielinski, Zalewski – da cui passeranno le sorti di una squadra che non è più solo Lewandowski, giunto probabilmente all’ultima grande manifestazione con la maglia della Nazionale. Il girone con Francia e Paesi Bassi lascia poche speranze di passaggio del turno, ma il ct Probierz proverà comunque a giocarsi tutto con il 3-5-2 che lo ha portato fin qui.