Da qualche anno a questa parte l’Ungheria rappresenta un po’ un’eccezione all’interno dei 27 Paesi dell’Unione europea. Il suo stesso primo ministro Viktor Orbán, in carica dal 2010, ha teorizzato il concetto di «democrazia illiberale», nel 2022 il Parlamento europeo ha proposto di congelare alcune decine di milioni di euro destinati all’Ungheria per la violazione dello Stato di diritto (ma la metà di questi fondi è stata sbloccata alla fine del 2022) e negli ultimi mesi ha tenuto banco in Italia il caso di Ilaria Salis, l’insegnante e attivista detenuta a Budapest con l’accusa di aver aggredito alcuni neonazisti durante una manifestazione di estrema destra nella capitale del Paese. Alle recenti elezioni europee – in cui la stessa Salis è stata eletta europarlamentare nelle liste di Alleanza Verdi e Sinistra – il partito di Orbán, Fidesz, ha ottenuto quasi il 45% dei voti.
Tra le idee politiche di Orbán c’è quella che viene definita «omogeneità etnica», cioè la narrazione per cui l’Ungheria dovrebbe essere riservata solo ai cristiani bianchi. «Multiculturalismo significa convivenza tra Islam, religioni asiatiche e cristianesimo. Faremo di tutto per risparmiare l’Ungheria da ciò”, ha detto il primo ministro nel 2015. «Non siamo una razza mista e non vogliamo diventarlo», ha ribadito nel 2022. Tuttavia, quando si parla di sport, queste certezze granitiche vengono un po’ meno, e si potrebbe allargare e complicare ulteriormente il discorso evidenziando il lunghissimo rapporto tra i regimi autoritari e la propaganda sportiva. In questa sede, comunque, ci basta dire che la portabandiera ungherese alle ultime Olimpiadi, quelle di Tokyo 2021, è stata la fiorettista Aida Mohamed, di madre ungherese ma di padre siriano.
Anche la nazionale di calcio che da oggi parteciperà agli Europei 2024 è più multiculturale di quello che si pensi. Quattro dei 26 convocati sono nati fuori dall’Ungheria (Callum Styles in Inghilterra, Loïc Nego in Francia, Willi Orbán e Márton Dárdai in Germania) e il ct Marco Rossi proviene da un Paese straniero, l’Italia. Negli ultimi anni hanno vestito la maglia dell’Ungheria anche calciatori nati in Brasile, Nigeria e Sudafrica, e più della metà dei giocatori del campionato nazionale proviene dall’estero. Tutta questa integrazione ha portato l’Ungheria a qualificarsi per Euro 2024 vincendo per la prima volta nella sua storia il proprio girone. E, come rivela il Guardian in questo articolo, sapete qual è la lingua ufficiale dello spogliatoio dell’Ungheria dell’«omogeneità etnica» di Orbán? L’inglese.