Jesse Marsch, ex allenatore di Leeds e Lipsia, è stato nominato commissario tecnico della Nazionale canadese. Ma il suo è e sarà un incarico strano, a cominciare dal job title con cui è stato assunto: a metà maggio, durante la sua prima conferenza stampa, è infatti stato presentato ai giornalisti in veste di “MLS Canada Men’s National Team Head Coach”. Ma cosa vuol dire? E cosa c’entra la MLS? Risposta: da qui al Mondiale 2026, che si giocherà proprio in Canada (oltre che negli USA e in Messico), Marsch guiderà a tutti gli effetti la Nazionale. Ma la Federazione ha deciso di inserire la sigla della lega nordamericana come forma di ringraziamento nei confronti delle proprietà delle tre squadre canadesi iscritte alla lega, ovvero Toronto FC, CF Montreal e Vancouver Whitecaps, visto che di fatto hanno pagato lo stipendio del nuovo selezionatore.
La scelta di prendere Marsch come nuovo ct del Canada è stata sorprendente. Perché si tratta di un tecnico statunitense – non proprio una cosa scontata – e di caratura internazionale, che in carriera ha allenato campioni come Haaland e Szoboszlai. E che, quindi, era complicato accostare a questo incarico. L’idea è venuta al nuovo CEO della Nazionale, Kevin Blue, che ha deciso di puntare sull’ex Leeds e Lipsia come biglietto da visita per l’inizio del suo mandato. Del resto deve in qualche modo superare il suo predecessore, John Herdman, l’uomo che ha riportato nel 2022 i Canucks ai Mondiali dopo 36 anni di assenza. Il punto è che, dopo i proclami iniziali, Blue si è reso conto che le casse del Canada non avrebbero consentito quest’operazione. Non alle cifre richieste da Marsch, quantomeno. Subito dopo, però, ecco l’intuizione che ha cambiato le cose: Blue ha contattato le proprietà delle tre squadre canadesi della MLS per chiedergli dei soldi per ripianare i debiti, e quindi per potersi permettere il nuovo ct. Risposta positiva: grazie al milione e mezzo di dollari arrivato da Vancouver, Toronto e Montreal, Marsch ha potuto essere assunto.
«Sapevo della situazione prima ancora di accettare l’incarico», ha raccontato Marsch a The Athletic, «Ho detto fin dall’inizio che la cosa più importante per il calcio canadese era unificare la nazione, spingendola a credere veramente in questa squadra e nel suo lavoro». Qualche giornalista ha già avanzato provocatoriamente l’ipotesi che il nuovo allenatore possa farsi condizionare dai tre club nella scelta dei convocati in vista della Coppa America, in programma tra qualche settimana: ipotesi/accusa respinta prontamente al mittente al grido di «non diciamo stupidaggini!», come riporta il Guardian. Proprio il quotidiano inglese ha raccontato come gli altri club canadesi, quelli non iscritti alla MLS, non abbiano preso bene le scelte della Federazione. Ed è una posizione condivisibile, perché in pratica Blue e gli altri dirigenti hanno coinvolto solo tre società in questa operazione. In pratica, è come se la FIGC pagasse l’ingaggio di Luciano Spalletti chiedendo soldi soltanto a Juventus, Inter e Milan. Ecco, il resto delle società italiane non prenderebbero benissimo la cosa.