Rio Ferdinand è stato più di un grande difensore: è stato un’icona. Del Manchester United, di tutto il calcio inglese: con oltre 450 presenze accumulate in 12 stagioni con la maglia dei Red Devils, Ferdinand è stato uno dei cardini su cui Sir Alex Ferguson ha costruito i suoi successi tra il 2002 e il 2014. Di lui in campo ci si ricorda — oltre a essere stato uno dei pionieri tra i calciatori con le treccine, prima che andassero di moda — per la sua grinta, per le sue doti in anticipo e in marcatura, per la sua leadership. Non tutti però si ricorderanno che Ferdinand era anche un centrale elegante con la palla, aggraziato nei movimenti, a dispetto di un fisico che sfiorava il metro e 90 di altezza. Talento naturale? Forse, ma non solo. Ferdinand, infatti, non ha mai nascosto quello che è stato il grande segreto della sua carriera: da bambino fino all’adolescenza, è stato un prodigio della danza classica.
Ferdinand ha rilasciato una lunga intervista al Times – in cui ha parlato di temi molto profondi, per esempio del razzismo e del suo ritiro nel 2015 dopo la morte della prima moglie Rebecca – e ha raccontato con orgoglio del suo passato nel balletto, una carriera che ha seguito fino a quando aveva 15 anni, quando poi ha scelto definitivamente il calcio dopo essere entrato nelle giovanili del West Ham. «La danza classica», ha raccontato Ferdinand, «mi ha aiutato nella mia carriera calcistica. Mi ha dato forza, equilibrio e portamento. A undici anni ho vinto una borsa di studio per frequentare la “Central School of Ballet” di Londra ma non mi ha mai dato fastidio essere un uomo in un ambiente che tipicamente è femminile. Sfido chiunque non lo abbia mai fatto a frequentare una lezione di danza classica, e a sentire il vostro corpo una volta che avrete finito. Sono sicuro che starete impazzendo dal dolore, perché il balletto mette davvero a dura prova il fisico».
Ancora oggi, a nove anni dal suo ritiro e con una carriera da opinionista calcistico di successo, Rio Ferdinand è fermamente convinto dei benefici che la danza classica può avere sugli atleti: suo figlio Lorenz infatti, nato nel 2006, ha praticato il balletto da bambino per volontà del padre, e oggi è il portiere titolare della formazione Under 18 del Brighton. Quello dell’ex capitano del Manchester United non è un caso isolato, anzi, il rapporto tra sport e ballo è molto più forte di quanto si pensi: oltre a Gaetano Castrovilli, per fare un esempio strettamente legato alla Serie A, la scelta di prendere lezioni di danza classica è stata fatta anche da due leggende come Tom Brady (uno dei più grandi quarterback della storia del football NFL, probabilmente il più grande in assoluto) e persino Arnold Schwarzenegger. Anche loro, esattamente come Ferdinand, hanno sfruttato il balletto per migliorare la postura e la coordinazione dei movimenti. A questo punto, visto il loro successo, viene da pensare che Billy Elliot ci avesse visto giusto.