La Goalie Wars è l’invenzione più stupida del soccer americano

Uno dei giochi più strani mai visti all'All Star Game organizzato dalla MLS.

A meno di un anno dall’edizione 2022, per chi non lo sapesse, si sta svolgendo l’All Star Game della MLS. Un evento che, per gli appassionati di calcio europei, ha un format a dir poco strano: in pratica c’è una selezione di giocatori della lega che affronta una squadra avversaria in amichevole, la maggior parte delle volte si tratta di un grande club europeo che fa la preseason negli Stati Uniti, e infatti nella storia della manifestazione sono intervenute anche Juventus, Roma, Real Madrid e Chelsea, e quest’anno toccherà all’Arsenal. Ma prima di questa partita, di solito la sera precedente, ci sono delle sfide d’abilità calcistica, le MLS All-Star Skills Challenge. Sono state ripristinate nel 2019 dopo che nel 2001 erano state cancellate dal programma dell’All Star Game, ma in realtà esistono fin dagli albori della MLS: i giocatori partecipano a gare individuali che portano punti alla loro squadra, e si tratta di sfide di tiro al volo, di passaggi lunghi, di controllo e lancio, c’è persino una crossbar challenge, ovvero una gara a chi prende più volte la traversa calciando da lontano. In questo articolo, per chi volesse, ci sono il resoconto di tutti i giochi con i video a corredo. Ve li consigliamo, sono molto divertenti anche se un po’ surreali. Piccolo spoiler per chi non ha voglia di approfondire: ha vinto l’Arsenal.

Noi non riportiamo i video e non parliamo di queste gare perché dobbiamo occuparci di altro. Di un altro gioco organizzato in occasione dell’All Star Game e che non fa parte delle Skills Challenge “ufficiali”, quindi si può considerare come una gara apocrifa: le Goalie Wars, denominazione che si può tradurre letteralmente come guerre tra i portieri. Cominciamo col dire che si tratta di un’idea che era già stata sperimentata nell’ambito dell’All Star Game MLS, più precisamente nell’edizione 2001, e che è stata ripescata un anno fa. Continuiamo spiegando di che si tratta: due portieri sono messi uno contro l’altro a difendere una porta da calcio, e uno è il tiratore dell’altro, cioè è come una gara di rigori solo che però i portieri devono tirare e parare, in una continua e velocissima alternanza.

Ecco le di base, tratte del sito ufficiale MLS: le porte sono posizionate ai due lati del centrocampo, sulla linea immaginaria della trequarti; ogni tiro deve essere effettuato entro tre passi ed entro sei secondi dal recupero della palla dopo una parata; il portiere che avrà con il maggior numero di gol/punti alla fine di ogni partita di due minuti e mezzo sarà dichiarato vincitore. E poi, ecco la chicca finale, la cosa che rende assurdo – diciamo anche abbastanza stupido – questo gioco: i tiri si possono effettuare in ogni modo, con i piedi, con le mani, in drop, al volo, come se si calciasse un rinvio dal fondo o un rigore.

Insomma, come si vede anche da questo video, ci sono questi due poveri portieri che sono costretti a tentare di deviare delle bordate potentissime e ravvicinate, oppure che lanciano il pallone con le mani cercando di beccare l’angolino più remoto della porta avversaria. È un allenamento duro dal punto di vista fisico e anche scenico da guardare, se vogliamo, ma si può tranquillamente dire che c’è ben poco di calcistico, di propedeutico al gioco. Non a caso, viene da dire, i portieri dell’Arsenal non sono stati coinvolti nella challenge, esattamente come quelli di MLS: a contendersi il titolo di miglior soldato – ci sta, visto il nome – delle Goalie Wars sono stati alcuni atleti della lega MLS Next Pro, lega di sviluppo a cui partecipano squadre giovanili affiliate a quelle del campionato principale.

Per amore della cronaca, dobbiamo dirvi che a vincere le Goalie Wars è stato Isaac Walker, 23enne portiere nel roster dello Charlotte FC – squadra guidata per altro da un allenatore italiano, Christian Lattanzio. Roman Bürki, portiere di St. Louis – lo ricorderete al Borussia Dortmund – che ha assistito alla Wars perché convocato per l’All Star Game e impegnato in altre gare, ha detto che «sembra una gara divertente, ma sono contento di non aver dovuto partecipare. Mi sembra molto difficile». Forse con quel difficile non intendeva dire difficile, voleva dire un’altra cosa, ma la prendiamo per buona.