Da anni, ormai, siamo sempre qui a chiederci perché Vincenzo Grifo è un giocatore così sottovalutato. Ci ritroviamo anche oggi con gli stessi interrogativi anche oggi, all’indomani della tripletta rifilata all’Union Berlin in quello che era, a tutti gli effetti, uno scontro diretto al vertice della Bundesliga – vincendo per 4-1, il Friburgo di Grifo ha staccato di tre punti la squadra della capitale, prendendosi il secondo posto in solitaria a quattro lunghezze dal Bayern Monaco. In realtà questi ultimi tre gol sono solo l’apice di un grandissimo inizio di stagione: ha disputato 14 gare da titolare su 15 di Bundesliga, e ha accumulato uno score di nove gol e due assist. Queste cifre fanno di Grifo il miglior giocatore italiano in questa prima parte di stagione, ed è un titolo valido in senso assoluto: il miglior marcatore nostrano del campionato di Serie A è Ciro Immobile, autore di sei gol e tre assist, e gli altri italiani all’estero non hanno questo tipo di rendimento.
Al di là dei numeri freddi, che comunque hanno il loro peso, Vincenzo Grifo è un giocatore davvero importante nell’ambito di un campionato importante come la Bundesliga: non a caso, infatti, un quotidiano prestigioso come Der Spiegel l’ha definito «eccezionale», e ha parlato di lui come di «uno dei grandi protagonisti in questo grande inizio di stagione del Friburgo». In effetti è tutto giusto, Grifo è un giocatore determinante nell’economia della squadra allenata da Christian Streich: schierato come esterno sinistro del tridente, a piede invertito, l’ex di Hoffenheim e Gladbach gioca in maniera sempre creativa e imprevedibile, grazie alla sua tecnica nello stretto, alla capacità di anticipare costantemente il movimento degli avversari nascondendogli letteralmente il pallone. In più, la qualità nel calciare la sfera – soprattutto col destro – lo rende un pericolo costante sui calci piazzati, che si tratti di servire dei cross in area come di centrare direttamente lo specchio della porta.
In realtà questo exploit di Grifo – è quarto nella classifica marcatori dietro Nkunku, Thuram e Fullkrug – va avanti da diverso tempo: poco meno di due anni fa il magazine calcistico Kicker l’aveva messo al terzo posto nella classifica dei migliori esterni offensivi del campionato dietro Coman del Bayern e Jonas Hofmann del Gladbach. Era una classifica basata sui numeri, sul contributo dato dall’esterno del Friburgo al gioco della sua squadra rispetto a quello di altri giocatori dello stesso ruolo nel loro contesto, e quindi oggi sarebbe giusto – anzi: doveroso – considerare l’esterno italiano come un calciatore d’élite, visto che si sta confermando sugli stessi livelli. Anzi, sta migliorando ancora: le nove reti messe a segno nel campionato in corso hanno già eguagliato il suo carrer highscore riferito alla sola Bundesliga, e gliene mancano solamente quattro per pareggiare le 13 messe a segno la scorsa stagione – considerando anche le partite in Coppa di Germania. A suggellare questo grande periodo, è arrivata pure la convocazione in Nazionale per le amichevoli contro Albania e Austria: Mancini l’ha richiamato dopo avercelo presentato, praticamente per primo, a novembre 2018. È rimasto nel giro azzurro fino a prima degli Europei 2021, ma ha confessato di non essersi sentito escluso, visto che «i contatti col ct e il suo staff sono stati costanti». E allora è giusto che torni in Nazionale ora, alla vigilia di una ricostruzione che è già iniziata e di cui può tranquillamente essere parte, visto che ha tutto ciò che serve – la tecnica, i numeri, l’esperienza – e lo sta dimostrando, ancora.