Dimitri Payet è il giocatore più decisivo della Ligue 1

Assist e gol a ripetizione nel Marsiglia di Jorge Sampaoli.

C’è stato un momento, più o meno tra il 2015 e il 2016, in cui Dimitri Payet era giustamente inserito nella shortlist dei talenti più brillanti d’Europa. Merito del suo calcio di estrema tecnica, di una fantasia adatta a sfruttare questa tecnica, probabilmente anche del fatto che era – nettamente – il miglior giocatore del West Ham e che la Francia vicecampione d’Europa non avesse ancora tutti i fuoriclasse di cui può disporre oggi – in questo senso, basta pensare al fatto che Mbappé non era ancora esploso e che Benzema era ancora fuori dalle grazie di Deschamps. Il suo ritorno a Marsiglia, nel gennaio 2017, aveva acceso e aperto orizzonti illuminati per l’OM, ma poi le cose sono andate diversamente: Payet ha continuato a giocare benissimo a calcio, solo che l’ha fatto in maniera discontinua, in una squadra con dei progetti sempre provvisori, o comunque lontani da una reale ambizione di vertice – anche perché il vertice del calcio francese è l’inarrivabile Psg.

In questo inizio di stagione, Payet sembra essere tornato a cinque anni fa. Merito suo, ovviamente, ma anche di chi ha capito come trarre il meglio da lui. In questo caso il riferimento a Jorge Sampaoli non è casuale: il tecnico argentino, uno che negli anni Ottanta e Novanta sarebbe stato definito vulcanico dalla stampa italiana, ha scelto un approccio tatticamente soft ma anche molto responsabilizzante; è stato proprio lo stesso Payet a rivelare che l’ex ct della Selección gli ha cheisto solo di «essere me stesso e di essere felice»; sempre secondo il racconto di Payet, lui e Sampaoli «hanno parlato una sola volta, ed è bastato». I numeri dimostrano che Sampaoli ha fatto la scelta giusta: nei 630′ di gioco in questa stagione, Payet ha messo insieme cinque gol e quattro assist. Una semplice e rapida divisione ci dice che il numero 10 dell’OM segna o costruisce una rete ogni 70 minuti in campo.

L’ultimo exploit sono i tre assist serviti nel 4-1 contro il Lorient, la sua quarta partita consecutiva giocata contro la fascia di capitano: il primo è un calcio d’angolo battuto a uscire dalla destra, e spedito in rete da Guendouzi; il secondo è un tocco in verticale su perfetto movimento a mezzaluna di Milik; il terzo è un anticipo in scivolata che mette in movimento ancora Guendouzi al limite dell’area. Riguardando gli highlights della partita, si vede che anche il primo gol nasce da un’intuizione di Payet: il passaggio servito da Guendouzi viaggia verso di lui, che però sente l’arrivo di Kamara alle sue spalle e lascia scorrere il pallone senza toccarlo. Anche questo è un assist, solo che per la statistica non può esserlo. Moralmente, quindi, il capitano del Marsiglia ha servito quattro passaggi decisivi su quattro.

Non è un caso che Payet abbia questa centralità, nel nuovo Marsiglia: piuttosto che utilizzarlo su una delle due fasce, Sampaoli gli ha assegnato un ruolo di totale libertà, da vero e proprio numero dieci; in realtà il tecnico argentino ha dovuto utilizzarlo anche da attaccante, a causa degli infortuni di Milik, ma il ritorno del centravanti polacco ha cambiato immediatamente lo scenario. Non che questo esperimento fosse andato male: come detto, Payet ha segnato cinque volte nelle prime cinque gare giocate in Ligue 1, poi c’è stata la controversa notte di Nizza, la rissa con i tifosi, che in qualche modo ha influito su questo avvio di stagione; lo stesso Payet ha confessato che «giocare da attaccante, o meglio da falso nueve, è stato divertente: avevo totale libertà, potevo giocare dove volevo, non ero incollato ai centrali avversari, toccavo tanti palloni. Il problema è che giocando in quel ruolo sono riuscito a servire un solo assist. Non è normale!».

Gli highlights di Marsiglia-Lorient

La partita col Lorient ha rimesso le cose a posto in questo senso, e ha dimostrato come Payet, in questo momento, sia il giocatore più decisivo della Ligue 1. Non tanto per i numeri e per la posizione in classifica (sia Payet che l’Olympique Marsiglia sono al terzo posto, ovviamente parliamo della classifica cannonieri e di quella generale), quanto per l’impatto e l’influenza su una squadra che non ha la stessa qualità del Psg, che è ancora in cerca di una dimensione d’élite stabile e definitiva. Intanto, però, può godersi uno dei talenti più brillanti d’Europa, un grande giocatore che si è finalmente riacceso.