Naomi Osaka è diventata una star, e non solo in campo

La tennista giapponese è la sportiva più pagata al mondo, e tra attivismo e opportunità commerciali è già una delle figure preminenti dello sport mondiale.

Sdraiata ed esausta con lo sguardo rivolto verso il cielo al centro dell’Arthur Ashe Stadium di New York. Così Naomi Osaka ha festeggiato la vittoria agli US Open, dopo aver sconfitto in tre set la bielorussa Viktoryja Azarenka. Per lei si tratta del terzo successo nei tornei del Grande Slam, un ritorno che ha sorpreso davvero tutti. Infatti, nell’ultimo match di Fed Cup prima della pandemia, la giapponese aveva giocato una delle sue più brutte partite, perdendo 6-0 6-3 da Sara Sorribes – di certo non un’avversaria alla sua altezza.

Nata in Giappone nel ‘97, Osaka si è trasferita negli Stati Uniti all’età di tre anni; in Florida è iniziata la sua maturazione tennistica, ma il legame con la sua terra è sempre stato indissolubile. Proprio in Giappone è diventata una star e il suo agente Stuart Duguid, in un’intervista al Times ha spiegato come Naomi possa essere addirittura paragonata a campioni del calibro di LeBron James o David Beckham. «Naomi ama e quindi cura molto gli aspetti commerciali della sua carriera, ha come partner solo marchi di cui sposa i valori e ai quali si sente collegata. In Giappone, in termini di status di celebrità e popolarità, la paragonerei a Lebron James negli Stati Uniti o a David Beckham nel Regno Unito».

Potrebbe sembrare un paragone azzardato vista l’età e i pochi anni di carriera alle spalle, ma Naomi ha stupido in campo e soprattutto fuori dal campo, dimostrando un coraggio e una tenacia davvero unici. In relazione al suo rapporto con gli sponsor, va ricordato la controversia che vide coinvolta Osaka e l’azienda giapponese Nissin, che produce noodles: fu pubblicata campagna pubblicitaria in stile anime che la ritraeva – insieme a Kei Nishikori – con la pelle più chiara rispetto alla sua. In conferenza stampa, Osaka spiegò di aver parlato con l’azienda, «che si era subito scusata per l’errore».

A Flushing Meadows, durante la cerimonia di premiazione, Osaka ha indossato la maglia numero 8 di Kobe Bryant per commemorare la sua tragica morte, ma soprattutto perché, come ha raccontato la tennista, è stato proprio Kobe a ispirarla, a darle la forza di ottenere questo successo. Naomi ha un forte personalità, e la quarantena sembra averla fatta finalmente maturare sotto tanti punti di vista, tecnici e non solo. Dalla sua prima vittoria all’Indian Wells Open del 2018 è diventata, nel giro di due anni, l’atleta femminile più pagata al mondo. Secondo Forbes, ha superato il record di Maria Sharapova: nel solo 2019 ha guadagnato 37,4 milioni di dollari superando di 1,4 milioni Serena Williams grazie alle sponsorizzazioni record e ai montepremi. Secondo David Carter, professore di business dello sport presso la Marshall School of Business della University of Southern California, «Osaka è un volto relativamente nuovo fuori dalla bolla del tennis e ha una storia fantastica: combina questo con il suo essere giovane e biculturale, due attributi che l’aiutano a entrare in sintonia con un pubblico più giovane e globale. Per questo è già una vera e propria icona di marketing».

Naomi Osaka ha vinto sei titoli WTA su dieci finali disputate, tra cui tre prove del Grande Slam: gli US Open nel 2018 e nel 2020, e gli Australian Open del 2019 (Quinn Rooney/Getty Images)

Un’altra delle motivazioni per cui i grandi marchi – ad esempio Nike – hanno deciso di investire su di lei è sicuramente il suo attivismo su temi sociali e politici. Al centro delle sue battaglie ci sono le lotte al razzismo, alle disparità e alle violenze da parte della polizia americana. «Non scendo in campo. Come donna di colore, penso che ci siano questioni più importanti di una partita di tennis», è stata questa la presa di posizione della 22enne giapponese quando si è ritirata dal torneo di Cincinnati a causa della brutale aggressione a Jacob Blake da parte della polizia di Kenosha, nel Wisconsin. Simbolo del movimento Black Lives Matters, Naomi non ha mai avuto paura di esporsi in prima persona («Il punto è far sì che le persone inizino a parlarne», ha dichiarato) e in anche questa settimana a New York ha voluto lanciare un messaggio forte: Osaka infatti è scesa in campo per sette partite e ogni volta ha indossato una mascherina diversa, con una scritta volta a sensibilizzare l’opinione pubblica e i media contro ogni tipo di violenza.