Sergio Ramos appartiene alla schiera dei grandi cattivi, in compagnia di Lady Macbeth e di Long John Silver. Il suo incredibile record – è il giocatore che ha ricevuto più cartellini rossi e gialli della storia del Real Madrid, nella storia della Liga, nella storia della Nazionale spagnola e in quella della Champions League – lo posiziona tra l’infido Iago e il mostro creato dal dottor Victor Frankenstein. E come tutti i cattivi, Sergio Ramos è stupido. La sua è una stupidità particolare, tipica di certi grandi giocatori: è fatta di tracotanza e arroganza. Ogni anno, quando non vince il Pallone d’Oro si offende: «Se è riuscito a vincerlo Cannavaro, perché io no?», ha dichiarato una volta. In un’altra occasione ammise candidamente di aver cercato apposta il cartellino giallo per saltare un ottavo di Champions ed essere poi pulito in vista dei quarti di finale: «Mentirei se dicessi di non aver forzato l’intervento», ha ammesso all’intervistatore allibito.
Una delle sue peggiori performance è avvenuta in tre tempi contro il povero Salah, in occasione della finale di Champions League 2018. Dopo avergli rotto la spalla con un intervento sconsiderato durante la partita, invece di scusarsi ha detto: «Salah poteva portare a termine la finale di Champions con un’infiltrazione». Qualche mese dopo, alla cerimonia per il Pallone d’Oro, chiamato sul palco, Sergio Ramos è passato accanto a Salah, che era seduto in platea, e… gli ha dato una pacca proprio sulla spalla che il povero numero 11 del Liverpool dovette operarsi per via del tackle del numero 4 del Real Madrid.
Ma Sergio Ramos, oltre a essere uno stupido, è anche un calciatore enorme. Con la Nazionale spagnola ha vinto un Mondiale e due Europei; col Real quattro campionati, quattro Champions League e quattro Coppe del mondo per club, oltre a due Coppe del Re, una delle quali fece cadere poi affacciandosi dal bus scoperto su cui stava festeggiando per le strade di Madrid.
Grazie a questo colpo di testa da distanza ravvicinata contro l’Osasuna, Ramos ha realizzati almeno un gol in Liga negli ultimi 17 anni solari. Inutile aggiungere che, un attimo prima di segnare, aveva spintonato un avversario
Forse non ha le caratteristiche che spiccano come i piedi di Beckenbauer, o il senso della posizione di Baresi, l’eleganza di Maldini, la tenacia di Cannavaro, ma è probabilmente il più completo difensore della storia – sempre insieme a Paolo Maldini. È un marcatore spietato e talvolta crudele, non sbaglia un appoggio, è tatticamente duttile, capace di difendere e attaccare, colpisce la palla di testa come nessuno e segna anche tanti gol.
Soprattutto, nel Real è capace di presidiare l’aria di rigore praticamente da solo, visto che gioca con due terzini che fanno costantemente le ali. Ricordo che una cosa così la faceva anche il grande Pietro Vierchowod alla Roma quando il barone Liedholm decise d’inventarsi Di Bartolomei regista arretrato sulla linea di difesa.
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“10 x Dieci” è la serie di profili dei dieci giocatori che hanno influenzato di più il calcio degli anni Dieci, secondo il giudizio della Redazione di Undici (a parte Messi e Ronaldo). La rassegna è stata pubblicata originariamente sul numero 31 di Undici.