Sean Dyche è uno dei personaggi più eccitanti della Premier League 2017/18, non fosse stato per il campionato fuori dal normale vinto dal City di Guardiola, probabilmente staremmo parlando di lui come il manager dell’anno del campionato inglese. Il suo Burnley è attualmente settimo in classifica, poco sotto la zona Europa e nonostante la sconfitta contro il Chelsea è la realtà più eccitante di questa stagione. Un risultato sensazionale per una squadra dal budget ridotto, il tutto per merito di un allenatore che non passa inosservato: capelli rossi, faccia simpatica e competenza tecnica. Dyche è riuscito a rinnovare probabilmente il modo a cui guardiamo ai tecnici locali, accusati di giocare soltanto con il più classico dei kick’n’run.
Ma l’ex difensore centrale di Millwall e Watford è anche un grande appassionato di musica. In un’intervista per Espn il tecnico parla di band in maniera così naturale da sembrare un grande esperto. A partire dagli anni ’70 è stato un fan del punk, dei new romantics e della scena mod più tardi. «Avendo due fratelli più grandi che suonavano Sex Pistols, Sham 69 e The Jam, la musica è sempre stata di casa da noi. Ovviamente anche grazie a quello che passava Top of the Pops». Ma tra le grandi passioni di Dyche ci sono anche, per sua stessa ammissione, «gli Stone Roses e tutta la Madchester vibe. Quando avevo tra i 17 e i 19 anni mi sono appassionato della scena rave». Tra le sue influenze ci sono anche ascolti ripetuti di Verve, Kasabian e live di Green Day, Metallica ma anche Jay Z e Kanye West. «Non sono mai stato un amante dei trend, mi hanno sempre appassionato il song writing e i testi ben scritti». Il sogno infine è andare a Glastonbury: «Da ragazzo dovevo andarci ma i miei figli erano piccoli, ora che sono cresciuti posso permettermelo».
“The rave scene was a big era for me.”
Sean Dyche talks @MarkOgden_ through his eclectic music taste. pic.twitter.com/ptG5xBHixX
— ESPN UK (@ESPNUK) 19 aprile 2018