È morto stamattina Raymond Kopa, leggenda del calcio francese, primo dei 4 palloni d’oro transalpini (prima di Platini, Zidane e Papin), ex attaccante di Stade Reims e Real Madrid. Aveva 85 anni ed era nato nel 1931 a Noeux-les-Mines. Kopa è stato uno dei più grandi giocatori offensivi nel periodo che va dai primi anni ’50 alla fine degli anni 60. Il suo vero nome era Raymond Kopaszewski, aveva cominciato a giocare a calcio a livello amatoriale nella squadra di Noeux-les-Mines, la sua città natale. Proveniente da una famiglia di immigrati polacchi, arrivati in Francia per lavorare nelle miniere del nord della Francia, Raymond impara a giocare a calcio proprio a Noeux-les-Mines.
Nel 1949 Kopa passa all’Angers Sco per due stagioni, poi arrivano gli anni d’oro con Stade de Reims e Real Madrid. Tra il 1951 e il 1956 vince due titoli di Francia, passa poi al Real con cui conquista tre Coppe dei Campioni, una Coppa Latina e due titoli di Spagna. Nel 1958 diventa il primo calciatore francese a vincere il Pallone d’Oro e, chiusa la sua esperienza spagnola, decide di ritornare a Reims dove rimane fino alla fine della sua carriera, nel 1967, continuando a vincere trofei in patria. Nella Coppa del mondo del ’58, dove Pelé si rivela al mondo e Just Fontaine realizza il record di reti ancora imbattuto (13), Kopa mostra il proprio calcio in tutta la sua bellezza: vince il premio di miglior giocatore portando la Francia al terzo posto.
Un giornalista inglese del tempo gli affibbia il soprannome di “Napoleone del calcio”. Kopa si distingue per la velocità dei movimenti, il dribbling e una certa irriverenza. «Sembra che questo meraviglioso artista cerchi di plasmare la palla», ha scritto di lui France Football anni dopo.

Con la Nazionale francese Kopa ha disputato 45 partite e ha segnato 18 gol tra il 1952 e il 1962. Ha partecipato alla Coppa del Mondo nel 1954 e del 1958 e in sei occasioni è stato il capitano della Nazionale francese. La storia di Raymond Kopaszewski è stata, ben prima della Francia multietnica e multiculturale, la dimostrazione delle possibilità di integrazione e riscatto sociale nel dopoguerra transalpino. A fine carriera, esattamente nel novembre del1970, viene insignito della Legione d’Onore (primo calciatore di sempre), mentre nel 2010 vince il Premio del Presidente Uefa.