Tornare a brillare nello stadio della luce. Non c’è posto migliore del Da Luz per sentirsi finalmente parte di una gruppo di stelle. Lisbona toglie, Lisbona dà. Nel giro di un attimo, di un soffio di maestrale che arriva dal mare. Poco più di un mese fa, il 21 gennaio, proprio lì Wojciech Szczesny aveva vissuto la serata peggiore della sua nuova avventura al Barcellona. Avventura è un termine corretto, perché come un eroe classico, Szczesny si era ritirato in famiglia, ma non ha resistito all’ultima grande chiamata.
Dopo l’infortunio di Ter Stegen a settembre contro il Villarreal, tifosi e analisti non erano convinti di un ritorno sul mercato portieri, avrebbero preferito dare fiducia a Iñaki Peña che spesso aveva dimostrato di essere affidabile. A Flick però, come svelato da The Athletic, serviva un numero uno esperto che potesse guidare una difesa di giovani. Da qui la scelta dell’ex bianconero che per la verità non era partito benissimo. Tanto che il posto se lo è dovuto sudare, almeno fino a gennaio. Esordio comodo con l’UD Barbastro in Copa del Rey, poi subito le prime difficoltà in Supercoppa di Spagna contro il Madrid, dove il polacco è stato espulso al 56′ per un’entrata su Mbappè lanciato a rete. Un episodio che non ha influito sul risultato finale (manita Barça per 5-2) ma che sicuramente non ha dato delle buone sensazioni. Vibes che sono decisamente peggiorate una decina di giorno dopo, a Lisbona contro il Benfica. Szczesny è andato in difficoltà nel fronteggiare una linea difensiva così alta e ha commesso due errori importanti. Prima è uscito male scontrandosi con Balde e spianando la strada al 2-1 di Pavlidis, poi è franato su Aktürkoglu causando il rigore del 3-1. Raphinha ha rammendato la serata di Tek ribaltandola quasi da solo, nella partita forse più pazza dell’intera League Phase. Ma i dubbi su Szczesny sono rimasti, considerando poi i problemi con la palla nei piedi.
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