Sofia Raffaeli, la ginnastica come fonte di gioia

Quando scende in pedana ha un obiettivo che viene ancor prima della vittoria: emozionare gli altri e comunicare qualcosa.

Esplosiva come un vulcano, elegante come un cigno e leggiadra come solo una ginnasta sa essere. Sembra uscita da un’altra epoca Sofia Raffaeli, l’individualista azzurra di punta della ritmica che ai Giochi Olimpici di Parigi (con lei anche Milena Baldassarri) scenderà in pedana con quei sogni di gloria di cui cantava Rino Gaetano. Proprio dell’artista calabrese, la marchigiana è una grande fan, così come di Mina. Nata nel 2004 ad Ancona, cresciuta a Chiaravalle, appartiene alla Generazione Z solo a livello anagrafico. Per il resto l’azzurra, tesserata con il gruppo sportivo delle Fiamme Oro e cresciuta alla Ginnastica Fabriano, è molto lontana da usi e costumi dei suoi coetanei. Passa pochissimo tempo sui social, sono solo 51 i post di Instagram, con un seguito da 100mila follower. Esce giusto per svagarsi e vive una sana ossessione per la ginnastica. Non ha rimpianti, non possono esserci quando la passione non solo è divertimento, ma è il fuoco sacro che ti permette di muoverti in maniera sinuosa, di non incastrarti mai tra i nastri e di recuperare tutti gli attrezzi a ritmo di musica. Inizialmente preferisce l’artistica, poi un’amica di famiglia le regala nastro e palla. Raffaeli ha solo sei anni e un destino già scritto. Non si innamora di nessun attrezzo in particolare, come ha ribadito in più interviste, viene semplicemente incantata da quei movimenti armonici e ricchi, allo stesso tempo, di potenza fisica. Un mix perfetto per il suo corpo. Si forma a Fabriano grazie all’ex ginnasta Julieta Cantaluppi, che diventa una seconda madre, mentre oggi si allena con Claudia Mancinelli.

Nel folto gruppo pronto a stupire e far bene a Parigi, Raffaeli è una delle tante «ragazze terribili», come il telecronista della Rai Maurizio Colantoni ha spesso chiamato le giocatrici della Nazionale di volley, che compongono il mondo dell’Italia Team. Un universo fatto di giovani campioni, quei giovani che in altri settori sono molte volte bistrattati, non trovano spazio e non riescono a realizzarsi. Nel discorso di fine anno il presidente Mattarella, che tra l’altro è un grande appassionato di sport, ha detto: «In una società così dinamica, come quella di oggi, vi è ancor più bisogno dei giovani. Delle speranze che coltivano. Della loro capacità di cogliere il nuovo». Lo sport, da questo punto di vista, è maestro di vita. Sofia Raffaeli fa parte di una nuova generazione di atleti sfrontati, pieni di coraggio, di sogni a forma di cinque cerchi e guidati da un po’ di sana incoscienza. 

La Formica Atomica, così come la chiamano tutti, è alla prima Olimpiade. E per lei potrebbe essere sia una possibile conferma, visto il suo palmarès, sia una rivelazione, essendo comunque un debutto. In realtà, Raffaeli ha “rischiato” di esserci tre anni fa, a Tokyo, perché nella ginnastica, in cui a causa dell’usura a cui è sottoposto il corpo, a parte rare eccezioni, l’età è molto bassa, si diventa senior a partire dai 16 anni e quindi si può, sulla carta, partecipare a un’Olimpiade. All’epoca, la dt Emanuela Maccarani preferì portare due atlete più mature e su cui si era lavorato per tutto il quadriennio (diventato quinquennio causa Covid), ovvero Milena Baldassarri e Alexandra Agiurgiuculese. Una scelta ponderata e forse mirata a proteggere la classe 2004, che da poco aveva iniziato a farsi notare con l’ingresso tra le senior proprio nel 2021. Un esordio non in punta di piedi, o meglio a livello melodico sì, ma subito rumoroso in termini di risultati. A marzo di quell’anno, dopo aver conquistato nel 2019 tre medaglie ai Mondiali juniores, alla prima gara internazionale di Coppa del Mondo, senza timori, con i capelli legati nel classico chignon e il corpo cinto dal body, inizia a sprigionare luce. Tutto nel segno di Sofia, letteralmente. Sofia la ginnasta e Sofia la capitale della Bulgaria, dove raccoglie un argento alle clavette e un bronzo al nastro. Dalla Bulgaria parte tutto e iniziano a essere ripagate le scelte fatte da piccolina, di un percorso compiuto per un sogno più grande. 

Sofia Raffaeli è nata il 19 gennaio 2004. Nel 2022, ai Mondiali di ginnastica ritmica disputati a Sofia (Bulgaria), è diventata la prima italiana di sempre a conquistare una medaglia d’oro iridata nel concorso generale. (Nikolay Doychinov/AFP/Getty Images)

Un viaggio sostenuto dai genitori e percorso con il nonno materno Nello. Quest’ultimo è una figura spesso rievocata nelle rare chiacchierate concesse dalla ginnasta. Era lui ad accompagnarla agli allenamenti. I genitori non sempre riuscivano a farlo e Nello ha preso sotto la sua ala protettrice la campionessa che, forse, anche per questo, ama ascoltare quella musica che talvolta i suoi coetanei nemmeno conoscono. A lui dedica le medaglie del 2022, vinte, guarda caso, di nuovo a Sofia, stavolta al Mondiale. In un’intervista concessa al Giorno ha detto: «Mio nonno è stato il mio più grande fan da quando ho iniziato. Mi ha sempre portato a Fabriano, tutti i giorni facevamo la strada insieme, ci divertivamo parecchio». Sarà banale, ma divertirsi è davvero la chiave di volta per far funzionare tutti i meccanismi. La ritmica è lo sport dell’hic et nunc, del qui e ora, dell’immediatezza e della ricerca spasmodica della perfezione. Richiede uno sforzo, oltre che fisico, soprattutto mentale. Alle spalle ci deve essere una connaturale gioia e voglia di fare.

Raffaeli sviluppa, proprio per questo, un rapporto simbiotico con la sua disciplina, le piace quello che fa. In diverse dichiarazioni sottolinea come la ginnastica sia vita, fonte di gioia. Saranno forse i suoi vent’anni a parlare, ma lei è così, semplice e cristallina fuori dalla pedana e dentro una tigre. Tra la Coppa del Mondo di Sofia e il Mondiale del 2022 (con sei medaglie e il pass olimpico ottenuto grazie alla vittoria nell’all around) tante le conferme, con il successo più grande chiamato continuità. Nel 2021 raccoglie il primo bronzo ai Mondiali di Kitakyushu, in Giappone, quando la giuria internazionale le riconosce l’invenzione di un nuovo movimento, il “Raffaeli”, entrato nel codice dei punteggi. Nel 2022 sale sul podio quattro volte agli Europei di Tel Aviv e nel 2023 conquista tre argenti mondiali, nel concorso generale, al cerchio e alla palla. Nel mezzo si aggiungono i piazzamenti in Coppa del Mondo, agli Assoluti e il secondo posto di quest’anno nel concorso generale europeo con tanto di oro alla palla e argento al nastro.

L’elenco delle volte in cui è salita sul podio è infinito. L’ultima, nel weekend del 21-23 giugno 2024, in occasione della tappa conclusiva della World Cup a Milano. Raffaeli ha raccolto il secondo posto nell’all around e tre medaglie nelle finali di specialità. Filo conduttore la sfida con la tedesca Darja Varfolomeev che è riuscita a mettersi alle spalle solo nel nastro, mentre si è dovuta accontentare dell’argento a clavette, palla e concorso generale. Varfolomeev non sarà l’unica da tenere d’occhio a Parigi, bisognerà guardare anche alla 18enne bulgara Stiliana Nikolova, oro agli Europei di Budapest di quest’anno. Della sana rivalità che c’è con le avversarie, relativa, visto che in uno sport a punteggio come la ritmica, prima si deve pensare a sé stesse e poi alle altre, Sofia Raffaeli ne ha parlato qualche settimana fa durante la presentazione della tappa milanese. «In questi tre anni anni, che sembrano pochi, diverse ginnaste, me inclusa, sono cresciute tantissimo a livello internazionale. Accade spesso che un’atleta diversa vinca l’oro per attrezzo, siamo molte ad aver alzato l’asticella. È una lotta per cercare di fare il massimo e non sbagliare: un piccolo errore può abbassare di pochissimo il punteggio, ma quel decimo non ti permette di vincere».

A Parigi, Sofia Raffaeli, perfezionista nata, cercherà di fare di tutto per arrivare al successo, Ma senza tradire la sua volontà di emozionare gli altri e comunicare qualcosa. Un tema a lei molto caro, come ha raccontato al sito ufficiale delle Olimpiadi: «La ginnastica ritmica è tutta la mia vita. Mi piace molto perché non solo c’è il maneggio degli attrezzi o le difficoltà di corpo, ma oltre a questo bisogna interpretare una storia attraverso la musica, ed è ciò che mi ha fatto innamorare di questo sport». In Francia, con le gare dall’8 agosto, una marcia trionfale sarebbe la colonna sonora perfetta per disegnare con il suo nastro un cerchio dalla forma di una medaglia.