Scuole, ospedali e accoglienza: il lavoro di Figc per migliorare la società

Dagli studenti di Caivano in stage a Coverciano al progetto “Rete!”, tutte le iniziative della Federcalcio per l’integrazione e la salute dei minori.

Quando due ragazzi hanno servito il ct Luciano Spalletti, quasi tremavano dall’emozione. Gli hanno detto che erano di Napoli, l’hanno ringraziato sentitamente per lo scudetto riportato in città e l’hanno abbracciato». In queste poche frasi, raccontate dal maître Pietro Malaj, è racchiuso il valore dell’esperienza che 16 studenti dell’istituto alberghiero Francesco Morano di Caivano hanno vissuto per cinque mesi nel centro tecnico federale di Coverciano come addetti di sala, cuochi e receptionist nell’ambito del progetto dell’alternanza scuola-lavoro. Con la scuola di Caivano, un’area della provincia di Napoli che la preside Eugenia Carfora non fatica a definire «una zona fragile», la Figc ha avviato nel novembre del 2023 una collaborazione di stage quindicinali all’interno della struttura ricettiva di Coverciano. «Abbiamo ricevuto un’accoglienza meravigliosa», ha aggiunto Carfora, «e quello che vedo oggi è soprattutto la gioia negli occhi dei miei ragazzi. Il fatto che sia stata la Federazione stessa a bussare alla mia porta mi rende ancora più contenta. Credo che lo sport possa essere un volano per temprare le menti. E devo dire che non è facile arrivare a Coverciano, perché è un luogo di regole: dobbiamo lavorare per far sì che ci sia una Coverciano in ogni parte della Terra».

Come ha spiegato Mauro Grimaldi, il presidente di CTF Servizi, la società che gestisce l’hotel di Coverciano, «questo percorso di accoglienza deve essere un inizio, non una fine: per questo motivo, a due dei ragazzi venuti qui da Caivano, verrà fatto un contratto stagionale per quest’estate, per lavorare con noi». «Mi sento di dirvi», le parole agli studenti del capo delegazione della Nazionale azzurra Gianluigi Buffon, «che la libertà è un valore che ci viene donato e che bisogna difendere. La cosa migliore è alimentare questa libertà, anche di sognare. La cultura aiuta a essere persone più felici, perché acquisisci strumenti che poi ti saranno utili nel corso della vita».

Non è la prima volta che Coverciano si apre all’accoglienza. Oggi nel centro tecnico federale lavora come cameriera una ragazza affetta da sindrome di down, mentre nella primavera del 2020 – in piena pandemia – l’hotel di Coverciano era diventato un “albergo sanitario”. Negli anni scorsi, inoltre, sono state ospitate in Toscana alcune famiglie rifugiate ucraine e alcune calciatrici afghane. Dalla scuola agli ospedali, dal 2015 la Figc collabora con l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma con numerose iniziative. All’epoca il ct era ancora Antonio Conte, che alla vigilia degli Europei 2016, dopo aver ricevuto la visita di alcuni pazienti e del personale medico a Coverciano, si recò nella sede dell’ospedale al Gianicolo improvvisando con i pazienti una conferenza stampa. I calciatori della Nazionale al completo hanno incontrato i bambini e i ragazzi ricoverati nei vari reparti dell’ospedale nel 2019 e nel 2021, e ancora lo scorso marzo, per Pasqua, il presidente della Figc Gabriele Gravina ha donato alla struttura un grande e simbolico uovo di cioccolato, un gesto supportato da una donazione economica che ha permesso a 120 famiglie in stato di bisogno, durante il periodo di ricovero dei loro figli, di essere ospitate in tre delle case di accoglienza convenzionate con il Bambino Gesù.

Negli ultimi anni la Figc ha sostenuto anche altri ospedali in tutta Italia, dallo Spallanzani di Roma, al centro della ricerca contro il coronavirus, al Meyer di Firenze, anche questo pediatrico, senza dimenticare il Giovanni XXIII di Bergamo, l’ospedale maggiore di Parma, il Centro oncologico ed ematologico di Reggio Emilia e l’ospedale pediatrico Santobono Pausilipon di Napoli. L’impegno della Figc per creare ripercussioni positive sulla società riguarda anche il tema dell’integrazione: sempre dal 2015 la Federazione, insieme al ministero degli Interni, porta avanti il progetto “Rete!”, un’iniziativa rivolta ai ragazzi accolti nei progetti Srar/Siproimi (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) presenti in tutto il territorio nazionale per promuovere e favorire l’interazione tra pari e i processi di inclusione sociale e interculturale tramite il calcio.

A sua volta il progetto “Rete!” prevede quattro progetti verticali (“Refugee Teams”, “Freed by Football”, “Zona Luce” e “Football for a Better Chance 2.0”) e un torneo annuale che in un decennio ha coinvolto oltre 6mila ragazzi di quasi 200 centri di accoglienza. Nell’albo d’oro della manifestazione – suddivisa in quattro fasi: locale, regionale, interregionale e nazionale – figurano la Sicilia, la Lombardia, il Trentino-Alto Adige e la Puglia, che si è aggiudicata due delle ultime tre edizioni (2021 e 2023) sempre con la cooperativa Rinascita a Carmiano, in provincia di Lecce, la stessa che ha lanciato l’attaccante guineano dell’Atalanta Moustapha Cissé. Il progetto “Rete!” fa parte del Settore Giovanile e Scolastico della Figc, l’organo di sviluppo e di servizio che coinvolge oltre 700mila atleti under 17 appartenenti alle società sportive di tutta Italia e che ogni anno genera oltre 3mila partite di tutte le categorie, compresi futsal e calcio femminile. L’attività scolastica, infine, nella stagione 2022/23 ha riguardato 100mila studenti e 4mila insegnanti di altrettanti istituti.

Da Undici n° 56