È un Europeo senza dominatori, con una sola eccezione

Nessuna grande Nazionale ha brillato davvero, a esclusione della Spagna.

Soltanto un gol del subentrato Niclas Füllkrug, per altro al minuto 92′, ha permesso alla Germania di pareggiare – non di vincere: di pareggiare – contro la Svizzera. E così la Mannschaft si è presa il primo posto del Girone A di Euro 2024, un primo posto che sembrava non potesse sfuggirle e invece stava andando proprio così. Perché la Svizzera è una squadra organizzata e di qualità, perché dopo il gol di Ndoye la Svizzera si è vista annullare la rete del 2-0 per un fuorigioco di pochi centimetri, perché Wirtz e Musiala sono due grandissimi campioni, non c’è alcun dubbio su questo, ma la Svizzera li ha quasi annullati, di sicuro li ha depotenziati. Ecco, il risultato e la prestazione della Germania sono un invito a riflettere su questo Europeo ancora senza sovrani, senza squadre dominanti, almeno fino a questo momento. Forse c’è una sola eccezione, e ne parleremo tra poco.

Per rendersi conto di quello che stiamo dicendo, basta riavvolgere il nastro delle prime due giornate della fase a gironi: le due grandi favorite della vigilia, Francia e Inghilterra, sono entrambe a quattro punti e sono state fermate sul pareggio da Paesi Bassi e Danimarca, ma quel che più conta è che hanno offerto delle prove non del tutto convincenti, sicuramente non brillanti, anche contro avversarie di qualità inferiore; stesso discorso per il Portogallo, che avrà anche sei punti in classifica, è vero, ma ha risolto la prima gara – quella contro con la Repubblica Ceca – solo nei minuti di recupero della ripresa, grazie a Francisco Conceição, e poi ha avuto vita facile contro una Turchia in versione seppuku; il Belgio ha dovuto addirittura perdere contro la Slovacchia, per risvegliarsi dal torpore e per battere la Romania. In questo discorso, come dicevamo, c’è un’unica eccezione: la Spagna di De la Fuente, che ha annientato facilmente la Croazia e ha nettamente dominato la partita contro l’Italia – ma resta il fatto che l’1-0 sugli Azzurri si è materializzato solo grazie a un autogol arrivato nel secondo tempo.

Nel corso dei grandi tornei estivi, si finisce spesso per cadere in una distorsione valutativa: quella che porta a confondere i risultati di una Nazionale allo stato di salute del movimento calcistico che rappresenta. Per carità, è certamente vero che le grandi delusioni vissute dall’Italia, i due Mondiali consecutivi a cui gli Azzurri non si sono qualificati, sono il frutto dei problemi strutturali della nostra Serie A, di un’evidente carestia di talento rispetto alle Nazionali di trenta o vent’anni fa. Ma allora, viene da dire, come ha fatto l’Italia a conquistare gli Europei del 2021? E ancora: la Francia che ha vinto i Mondiali del 2018 e che ha perso quelli del 2022 soltanto ai rigori, la Francia che ha nettamente il miglior roster di Euro 2024, è la stessa Francia in cui si disputa un campionato di secondo piano come la Ligue 1, che rappresenta una Federazione i cui dirigenti sono stati accusati di bullismo e sessismo dai loro stessi impiegati – a scriverlo è stato il New York Times. Un discorso simile, soltanto ribaltato, va fatto per l’Inghilterra e per la stessa Spagna: la Premier e la Liga sono indubbiamente i campionati che esprimono le squadre migliori del mondo, eppure la Nazionale dei Tre Leoni non vince niente – non è un modo di dire: niente, in questo caso, vuol dire niente – dal 1966, mentre la Roja è reduce da un ottavo di finale ai Mondiali perso contro il Marocco, da una semifinale europea persa contro l’Italia (!), da un altro ottavo di finale ai Mondiali perso contro la Russia (ehm) e da un ottavo di finale agli Europei perso contro l’Italia (!!!).

Il punto centrale di questa analisi è che è concettualmente sbagliato trarre giudizi netti, definitivi, partendo solo dai risultati sul campo. Altrimenti non esisterebbero dei movimenti calcistici in salute, se non quello della Nazionale che alla fine vincerà gli Europei. E naturalmente non è così, non può essere così. Un altro aspetto di cui bisogna tener conto è che siamo in un’era calcistica molto lontana, e quindi molto diversa, rispetto al passato: oggi la Svizzera, la Danimarca, l’Austria e tante altre rappresentative non sono più così distanti dalle big europee, visto che hanno hanno calciatori sotto contratto con i club più forti del mondo, visto che hanno commissari tecnici preparati e moderni.

È chiaro che i conti vadano fatti alla fine degli Europei. Ma è vero anche che la comprensibile (auto)flagellazione dell’Italia dopo la sconfitta contro la Spagna è stata quantomeno esagerata. Si può dire anche fuori luogo. Perché nel frattempo, come dire, non è che le altre Nazionali abbiano brillato così tanto. E non hanno neanche affrontato questa Spagna, ovvero la miglior squadra – per distacco – ammirata negli stadi tedeschi, almeno finora. E non è una questione di mal comune mezzo gaudio: è che bisognerebbe contestualizzare le analisi, è che sarebbe giusto scrivere delle partite di calcio senza confonderle con le analisi sui massimi sistemi, è che Euro 2024 non ha ancora espresso delle vere eccellenze, non ha ancora emesso delle vere sentenze. E allora perché dovremmo emetterle noi?