La Francia si è inventata un nuovo modo per fare le foto di squadra (e per lanciare messaggi politici)

In uno scatto ufficiale "alternativo", ci sono i giocatori, lo staff tecnico e anche tantissimi tifosi dei Bleus: un modo perfetto per raccontare il Paese in tutte le sue sfaccettature.

Il motto nazionale della repubblica francese, che come abbiamo studiato tra i banchi di scuola prende ispirazione dai tempi della presa della Bastiglia e della rivoluzione del 1789, è famoso in tutto il mondo: Liberté, Égalité, Fraternité. Per chi non avesse familiarità con il francese, si può tradurre con “libertà, uguaglianza, fratellanza”. E proprio sul concetto di fratellanza la Nazionale francese ha voluto costruire un nuovo progetto fotografico in vista degli Europei: oltre al solito scatto di rito, i giocatori, il ct e lo staff si sono fatti immortalare in un’altra posa, decisamente più informale, con posizioni varie e sorrisi smaglianti. Dietro di loro, poi, è stata allestita una grande parete con 100 diversi ritratti di altrettanti tifosi, tutti con provenienza geografica, classe sociale, età e professione diverse l’una dall’altra. L’unico tratto che li accomuna è che ognuno dei 100 indossa la maglia dei Bleus

Dietro a questa foto, come scritto dalla Federcalcio francese (FFF) in una nota ufficiale c’è un significato – e quindi un messaggio – politico piuttosto chiaro: la Nazionale di Deschamps vuole rappresentare tutti i 68 milioni abitanti del Paese. «I ritratti delle persone che abbiamo coinvolto», ha raccontato Jean-François Robert, il fotografo autore dell’opera, «saranno il famoso dodicesimo uomo. Anche chi non è un grande tifoso sente un profondo attaccamento alla Nazionale. Perché tutti abbiamo dei ricordi della Francia, dei momenti vissuti grazie a questa squadra, che siano belli o brutti. E questo va oltre lo sport».

Il progetto di Robert e della FFF inizialmente prevedeva che anche i 100 ritratti delle “persone comuni” fossero scattati a Clairfontaine, nel centro sportivo utilizzato dalla Francia per i suoi raduni, in modo che i giocatori e lo staff tecnico si mischiassero con i loro tifosi. Poi i piani sono cambiati: una foto più di 100 persone sarebbe risultata troppo confusionaria, per gli standard del web e dei social. Da qui l’idea di aprire uno studio in centro a Parigi, poi di aprirne altri in altre zone della capitale. In cinque giorni, grazie al passaparola, si sono presentate decine di persone: il bimbo più piccolo ha soltanto quattro mesi, la persona più anziana arriva a 96 anni; tra loro, sono stati immortalati commercialisti, studenti, pescivendoli, addirittura una sindaca e un apicoltore. Insomma, tutta la Francia ha cercato di far sentire il suo supporto alla squadra di Deschamps. «Volevamo che la foto rappresentasse la popolazione francese: tutte le età, tutte le professioni, tutte le categorie sociali, tutte le origini. È stato un esercizio complicato ma un’incredibile avventura umana», ha commentato Marie Delcroix, la fondatrice dell’agenzia che ha seguito il progetto.

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