Per finanziare il calciomercato, il Watford si è inventato l’azionariato popolare digitale

Nessun altro club così prestigioso ha mai fatto ricorso a una campagna di digital equity.

Siamo a inizio giugno, tra poco inizieranno gli Europei ma nel frattempo i club si stanno già muovendo per la prossima annata, tra campagne di marketing, cambi di guida tecnica e l’immancabile calciomercato. In questo senso, una nuova idea da segnalare, per la sua creatività, è quella che si è inventata il Watford, società di Championship di proprietà di Gino Pozzo – figlio di Giampaolo e quindi proprietario anche dell’Udinese. Per finanziare la prossima campagna acquisti, anziché uno dei migliori giocatori della rosa, la proprietà del Watford ha messo sul mercato le azioni del club. Per l’esattezza, è stato messo in vendita il 10% della quote, la cui valutazione complessiva si aggira intorno ai 20 milioni di euro – visto che, secondo le stime della proprietà, l’intero pacchetto azionario ha un valore complessivo vicino ai 200 milioni di euro. La novità assoluta sta nel fatto che il Watford è la prima grande società inglese a cedere delle quote sfruttando la “digital equity“, ovvero il concetto finanziario per cui ogni azionista riesce a essere alla pari degli altri sfruttando il web.

Come spiega il Times, per diventare azionista del club, ogni tifoso dovrà acquistare un minimo di otto azioni – ogni azione ha un valore di 15 euro circa –  attraverso la piattaforma di investimenti americana Republic, per una cifra complessiva di almeno 120 euro. C’è anche una versione light: attraverso la piattaforma Seedrs, la “filiale” europea di Republic, si può acquistare un pacchetto di quattro quote a 60 euro. Per incentivare questo nuovo azionariato popolare, il Watford ha promesso dei “premi” agli investitori, premi che vanno dalla prelazione per gli acquisti dei biglietti all’incontro esclusivo con i giocatori del club. Ovviamente, tutto a seconda dell’investimento. La scelta del Watford non è un’assoluta novità per il calcio inglese: prima degli Hornets anche l’Altrincham e l’AFC Wimbledon avevano infatti deciso, sempre sfruttando la piattaforma Republic, di mettere in vendita alcune quote del club. Si tratta però di società di leghe minori, quindi in un certo senso si può dire che il Watford sia stato il primo club di un certo livello a optare per l’azionariato popolare.

In una lettera pubblicata sul proprio sito e indirizzata ai tifosi, il Watford ha spiegato che questa nuova campagna servirà a creare fondi per la prossima campagna acquisti: «Dopo aver valutato diverse opzioni, abbiamo deciso di prendere l’innovativa e stimolante decisione di diventare uno dei primi maggiori club inglesi a offrire ai fan e agli investitori un pezzo di proprietà del club. Con questa offerta, tifosi e investitori non avranno solo l’opportunità di possedere una quota del Watford, ma anche di avere accesso a token e offerte esclusive, a discrezione del club. Parte dei fondi raccolti saranno destinati all’ingaggio di nuovi giocatori per rinforzare l’organico dell’allenatore Tom Cleverley e per puntare a un ritorno in Premier League».