Perché Zhang, tra poche ore, potrebbe non essere più il proprietario dell’Inter

Una ricostruzione sulla situazione del club nerazzurro: il debito con Oaktree, la difficoltà nel saldarlo, i problemi di Suning e del suo proprietario, la trattativa fallita con Pimco. E una scadenza ormai vicinissima.

L’Inter ha festeggiato e sta ancora festeggiando lo scudetto numero 20, quello della seconda stella. Ma nel frattempo è nel mezzo di un cambio di proprietà sempre più probabile. O meglio: di un cambio imposto di proprietà, visto che Zhang è davvero a un passo dal dover cedere le quote azionarie del club per la sua inadempienza. Per capire di cosa parliamo, è utile fare una ricostruzione che comincia a maggio 2021: a quel tempo, l’Inter aveva appena vinto il suo 19esimo scudetto – quello di Conte, giusto per dare un volto tra tanti a quel successo – ma era anche fiaccata dalle conseguenze economiche della pandemia, e quindi la proprietà che fa capo a Suning chiese e ottenne un prestito alla società di capitali Oaktree per avere liquidità, per saldare gli stipendi arretrati. Insomma, per continuare a esistere. Steven Zhang, presidente nerazzurro, offrì il 67% delle quote azionarie dell’Inter a garanzia del prestito ottenuto dal fondo americano. Ecco, in queste ore sta scadendo il tempo per restituire il denaro ricevuto tre anni fa: secondo quanto riporta Calcio&Finanza, che a sua volta cita il quotidiano Repubblica, Zhang ha tempo fino a martedì 21 maggio per per versare una cifra vicina ai 375 milioni di euro (275 del prestito, più altri 100 di interessi) che gli permetteranno di tenersi l’Inter.

Tutto molto semplice, tutto molto lineare. La situazione di Zhang e di Suning, nel frattempo, si è fatta via via sempre più complicata: secondo Repubblica, il presidente dell’Inter deve risolvere dei grossi problemi economici anche a casa sua, in Cina. Che tipo di problemi? Deve restituire circa 320 milioni di euro alla China Construction Bank, istituto il cui controllo maggioritario (59,1%) appartiene al governo cinese, e nel frattempo anche il tribunale italiano ha riconosciuto una sentenza della Corte Suprema di Hong Kong per cui l’ente creditore ha diritto ad aggredire i suoi beni. Anche in Italia. Di conseguenza, Zhang non lascia la Cina da circa un anno e non è venuto a Milano per la festa scudetto dell’Inter.

Tutti questi problemi, di fatto, non hanno permesso a Zhang di risolvere la questione con Oaktree: il presidente dell’Inter ha cercato un’interlocuzione con Pimco per rifinanziare il debito con Oaktree e per continuare a detenere la maggioranza delle azioni, ma ora il tempo sta scadendo e non ci sono notizie positive sulla trattativa. Non a caso, viene da dire, l’Inter ha diramato un comunicato ufficiale – a firma del presidente Zhang – in cui si legge che «nel corso dei mesi che hanno condotto alla data di scadenza della struttura di finanziamento con Oaktree, abbiamo fatto ogni tentativo per trovare una soluzione amichevole con il nostro partner, compresa l’offerta di molteplici possibilità per Oaktree di ottenere un ritorno finanziario completo e immediato. Purtroppo, i nostri sforzi finora sono stati esasperati da minacce legali e dalla mancanza di un coinvolgimento significativo da parte di Oaktree. Tutto ciò è stato molto frustrante e deludente, ma questo comportamento sta ora creando una situazione di rischio per il Club che potrebbe metterne seriamente a repentaglio la stabilità. A nome dell’Inter e in qualità di Presidente, voglio rassicurare le centinaia di milioni di tifosi in tutto il mondo che faremo tutto il possibile per proteggere i nostri colori, i nostri valori fondanti e la nostra stabilità. Ci impegniamo a lavorare per una risoluzione pacifica con Oaktree e a continuare la nostra storia di successi».

Ma a cosa fa riferimento Zhang in questo comunicato? Secondo un articolo del Financial Times, tradotto e citato qui da Calcio&Finanza, «Oaktree si attendeva una cessione dell’Inter che non è avvenuta e che ha strutturato il prestito in modo tale da condividere i profitti derivanti da una cessione dell’Inter. Inoltre, ha spiegato il quotidiano londinese non è assolutamente vero che lo stesso fondo stia ostacolando le negoziazioni tra Zhang e Pimco». Questo è chiaramente il gioco – giornalistico, politico – delle parti, ma ciò che resta è che Zhang ha poche ore di tempo per tenersi l’Inter. La scadenza era fissata per lunedì 20 maggio, ma una festa nazionale in Lussemburgo – dove hanno sede sia Grand Tower, holding di Suning che di fatto controlla l’Inter, sia OCM Luxembourg Sunshine, holding lussemburghese di Oaktree – ha fatto slittare la scadenza di 24 ore.

In questo momento, va detto chiaramente, l’Inter non rischia nulla a livello puramente sportivo. Nel senso: le dispute societarie sono soltanto interne, il cambio di proprietà – anche se imposto – può avvenire liberamente e in qualsiasi momento. E Sky Sportper altro, scrive che l’eventuale subentro di Oaktree non porterebbe a delle rivoluzioni di management, visto che il fondo americano «ha grande considerazione degli attuali dirigenti nerazzurri». È chiaro, però, che l’inizio di una nuova era con una nuova proprietà potrebbe cambiare gli scenari. Anche a fronte del pesante indebitamento che grava sui conti dell’Inter – secondo Calcio&Finanza, al 30 giugno l’indebitamento lordo della società era pari a 807 milioni con una posizione finanziaria netta negativa per circa 310 milioni, ma ora dovrebbe essere in calo intorno ai 700 milioni lordi dopo la conversione in capitale di circa 98 milioni di debiti verso la proprietà, legati ai vari finanziamenti arrivati dagli Zhang negli ultimi anni – e del fatto che, in questi giorni, il club deve suggellare il nuovo corso post-scudetto con i rinnovi di Lautaro Martínez, Barella e Simone Inzaghi. Che, al di là delle cifre scritte sui loro contratti, vorranno avere delle rassicurazioni sul futuro della società.