La squadra dell’isola di Robinson Crusoe è pronta a esordire nella Coppa del Cile

Sabato 27 aprile, contro i Santiago Wanderers, si assisterà a questo incredibile crossover tra calcio e letteratura.

La storia del calcio è fatta anche di squadre che si sono avventurate negli angoli più remoti, inospitali e inaccessibili del pianeta pur di giocare una partita di pallone. Ma quante sono le squadre che possono dire di aver disputato una partita in un luogo in cui è stato ambientato uno dei più famosi e amati romanzi della storia della letteratura, quante sono le squadre che possono dire di aver camminato su una terra che è diventata leggenda nell’immaginario collettivo? Una squadra a breve potrà dirlo, fortunata lei: il 27 aprile i Santiago Wanderers sbarcheranno sull’Isola di Robinson Crusoe – si chiama proprio così: Isola di Robinson Crusoe, è una delle isole facenti parte dell’arcipelago di Juan Fernández, ed è nota anche con il nome di Más a Tierra o Aguas Buenas, è qui che naufragò Alexander Selkirk, navigatore scozzese che ispirò poi Daniel Defoe – per disputare la loro prima partita nell’edizione 2024 della Coppa del Cile. Contro di loro ci sarà una squadra all’esordio nella coppa nazionale, una squadra che ufficialmente si chiama Juan Fernández ma che tutti ovviamente chiamano “la squadra dell’isola di Robinson Crusoe“.

«Dio mi ha condotto qui e lo ringrazio per questo», così Jorge Garcés, allenatore del Juan Fernández, decano del calcio cileno ed ex allenatore della Nazionale del Paese, ha descritto la sua esperienza sull’isola. Sono due mese che Garcés vive lì, assieme ai 1200 residenti, dopo che gli è stata affidata – dalla dirigenza del club, non da Dio – la missione, vale davvero la pena di chiamarla così, di costruire e allenare una squadra di calcio in uno dei luoghi più sperduti del mondo. Per avere un’idea di quanto remota sia l’isola: si trova a 670 chilometri di distanza dalla terraferma, e normalmente ci si può arrivare solo volando a bordo di aerei medio-piccoli, gli unici che possano atterrare sulle striminzite piste presenti sull’isola. Stavolta, però, su proposta della Federcalcio cilena – che ha “invitato” il Juan Fernández a partecipare a questa edizione della Coppa del Cile – la logistica sarà affidata addirittura alla Marina militare del Paese. Secondo i media cileni, la maggior parte dei Santiago Wanderers, tra giocatori e staff, raggiungerà infatti l’isola a bordo della nave militare “Aquiles”, mentre l’allenatore Francisco Palladino arriverà via aereo assieme a sette suoi giocatori. Ad attenderli ci saranno più di cento persone, sbarcate sull’isola appositamente per seguire e raccontare la partita.

Ma come si fa l’allenatore sull’Isola di Robinson Crusoe? Come spiega Garcés, è un mestiere diverso e difficile. Non tutti gli allenatori, infatti, devono trovare il modo di conciliare gli impegni calcistici con il fatto che la maggior parte dei giocatori a disposizione si sveglino alle cinque del mattino per andare a pescare (attività che è la principale fonte di reddito degli abitanti dell’isola). Ma Garcés sembra uno di quegli uomini benedetti da occhi che vedono solo la metà piena del bicchiere: «Sette od otto ragazzi sono molto interessanti», dice dei suoi giocatori. E poi, non tutti gli allenatori hanno il privilegio di avere a che fare con giocatori che li ringraziano regalando aragoste: è infatti questo il piatto tipico dell’isola, i ristoranti locali la servono nei modi più vari e gustosi. Si capisce perché Garcés abbia detto di voler rimanere a lungo ad allenare il Juan Fernández.